Ci sarebbe la mano di Michelangelo dietro due sculture lignee datate alla fine del Quattrocento, rimaste finora senza autore. Analisi scientifiche e comparazioni stilistiche le ricondurrebbero al grande scultore rinascimentale.
Sarebbe da ricondurre nientemeno che alla mano di Michelangelo, il paio di sculture lignee dipinte – entrambe raffiguranti Atlante nella classica posa di reggere il peso del mondo – presentate l’8 settembre dall’Art Research Foundation, istituzione privata con sede a Bettlach, in Svizzera, che si occupa di rintracciare gli autori delle opere d’arte “orfane”, coniugando metodi scientifici e valutazioni storico-artistiche.
Nel corso della conferenza stampa sono stati snocciolati, uno dopo l’altro, gli studi dettagliati secondo cui le due sculture furono realizzate nel 1494 a opera del maestro del Rinascimento italiano; a partire dalla datazione al carbonio 14 o radiocarbonio e dall’analisi dei pigmenti, che farebbero risalire i due manufatti al periodo in cui Michelangelo si trovava a Firenze, qualche anno prima di essere chiamato a Roma, dove gli fu commissionata la famosa Pietà.
Ad avvalorare la paternità delle due sculture sono state le comparazioni stilistiche, che hanno riscontrato corrispondenze e affinità con 52 opere attribuite con certezza a Michelangelo.