Parma dedica al rivoluzionario artista del Novecento una mostra che ne ripercorre la carriera attraverso la lente della poetica futurista.
Aprirà al pubblico sabato 12 settembre l’imperdibile esposizione che La Villa dei Capolavori di Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma, intitola a uno dei maestri del Futurismo nostrano.
Fino al prossimo 8 dicembre, la sede della Fondazione Magnani Rocca accoglierà Giacomo Balla Astrattista Futurista – un interessante excursus sulla carriera dell’artista originario di Torino.
Curata da Elena Gigli e Stefano Roffi, l’esposizione tira i fili dell’intera carriera di Balla alla luce del celeberrimo Manifesto Ricostruzione Futurista dell’Universo, nel centenario della sua pubblicazione. Sottoscritto “Astrattista Futurista” dallo stesso Balla e da Fortunato Depero, il manifesto elenca una serie di punti programmatici che hanno fatto la storia del movimento e che rappresentano i nuclei concettuali attorno a cui è costruita la rassegna parmigiana.
“Astratto”, “dinamico”, “trasformabile”, “coloratissimo e luminosissimo” sono solo alcuni degli elementi cardine del Manifesto, il cui obiettivo è dichiarato: estendere l’estetica futurista a tutti gli ambiti della vita quotidiana, in un’ottica di concreto rinnovamento. I medesimi concetti traspaiono dalle opere in mostra, che contano capolavori divenuti icone di uno stile, ma anche incredibili rarità come Fontana che piange e Linee Forze di paesaggio + sera del 1917-18.
Le opere provengono da prestigiose collezioni private e dai principali musei italiani custodi delle opere di Balla, fra i quali la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, gli Uffizi di Firenze, il Museo del Novecento di Milano, la Galleria d’arte Moderna di Torino, il Mart di Rovereto. A corredo dell’esposizione, un apparato di documenti originali – fotografie d’epoca, manifesti, cataloghi – presenti nell’Archivio Gigli di Roma.
[Immagine d’apertura: Giacomo Balla, Forze di paesaggio + cocomero, 1917-1918, tempera su carta intelata.© Giacomo Balla, by SIAE 2015]