Oltre a essere stato Presidente degli USA, Thomas Jefferson introdusse l'architettura palladiana nel Nuovo Continente. Ce lo racconta una mostra, in apertura a Vicenza
Se avete sempre nutrito la sensazione che la Casa Bianca avesse “un che di familiare”, tra pochi giorni potrete scoprire nel dettaglio i fatti storici che hanno portato alla creazione di un’architettura paradossale: la casa del Presidente degli Stati Uniti è una villa palladiana, tipologia battezzata sulla scorta del suo progettista, il celebre architetto del Cinquecento veneto Andrea Palladio.
Perché il più famoso edificio di Washington si ispira alle dimore dei possidenti nell’entroterra della Repubblica di Venezia, a secoli di distanza? La risposta è un nome, anch’esso conosciuto a livello mondiale: Thomas Jefferson, terzo Presidente degli Stati Uniti… e profondo conoscitore dell’architettura palladiana, al punto da definire i Quattro Libri dell’autore tardo-rinascimentale come la sua “Bibbia” per la costruzione di un Nuovo Mondo.
A partire dal 19 settembre e fino al 28 marzo 2016, il Palladio Museum di Vicenza ripercorre in una mostra proprio il rapporto a cavallo delle epoche tra Jefferson e Palladio.
Il primo si affiderà agli insegnamenti del secondo, indiscusso Maestro italiano, per fondare città dagli impianti viari razionali, per erigere un edificio – quale la Casa Bianca, appunto – che nel suo carattere monumentale trasmette agli Stati Uniti l’idea stessa della Repubblica (di Venezia) e l’aspirazione alla creazione di una società civile ed equilibrata, come quella del mondo antico. Prima ancora che una mostra di architettura, l’esposizione di Vicenza sarà la mostra su un uomo, convinto che l’architettura potesse migliorare il mondo intorno a sé.
[Immagine in apertura: Thomas Jefferson, Virginia State Capitol, Richmond, Virginia, United States © Filippo Romano. Immagine nell’articolo: Thomas Jefferson, Monticello, Charlottesville, Virginia, United States – © Langdon Clay 2015]