21 Ottobre 2015
In giro per i festival del nord Europa, Jacob Ehrbahn ha fotografato i movimenti frenetici delle teste al suon di heavy metal. E quel senso di abbandono e libertà che solo la musica sa trasmettere.
In inglese si chiama headbanging, in italiano si traduce più o meno come il movimento violento della testa – e dei capelli, solitamente lunghi – al ritmo dell’heavy metal. Jacob Ehrbahn, fotoreporter danese, ne ha catturato l’intensità e le variazioni in una serie di ritratti fotografici, pubblicati nel suo ultimo libro, uscito lo scorso 29 settembre.
Dopo il progetto Daily Life, in cui ha immortalato la routine delle comunità povere di Youngstown, nell’Ohio, e il reportage sul “dopo terremoto” nel Kashmir, stavolta Ehrbahn ha girato per i festival metal del nord Europa – tra Danimarca, Svezia e Germania – con l’idea di fotografare il pubblico dei concerti in azione e di catturate le movenze frenetiche e il senso di libertà, di leggerezza e di abbandono alla musica che pervade i corpi dei soggetti dei suoi scatti.
“Volevo fotografare gli stati della mente, le sensazioni che la musica provoca nelle persone, non soltanto le persone in se stesse. […] È stato importante scegliere un approccio fotografico che desse alle immagini un aspetto uniforme; perciò ho scelto di usare il flash e il cielo come sfondo”.