Il 17 ottobre inaugura il Grande Cretto di Gibellina, finalmente completato secondo il progetto originale di Burri. A distanza di 30 anni dall’avvio dei lavori e nell’anno del centenario della nascita del maestro dell’informale.
Nel 1985, Alberto Burri iniziava la sua opera più monumentale, rivestendo di cemento bianco le macerie della vecchia cittadina siciliana di Gibellina, lasciate dal terremoto che colpì la Valle del Belìce nel 1968. A distanza di 30 anni e in concomitanza con le celebrazioni del centenario della nascita del maestro italiano dell’informale, il Grande Cretto è stato infine completato e il 17 ottobre sarà inaugurato ufficialmente.
I lavori erano stati interrotti nel 1989: allora si era giunti alla copertura di circa 65mila metri quadri di superficie, a fronte degli 85mila previsti nel progetto.
Considerato il valore artistico dell’intervento – non soltanto per Gibellina – la Regione Sicilia, il Comune e la Fondazione Palazzo Albizzini – Collezione Burri hanno deciso di portare a termine questa grande opera e restituirla al pubblico così come l’artista l’aveva concepita in origine.
Il prossimo step sarà il restauro completo del Grande Cretto, che ha già ricevuto i finanziamenti necessari, e l’installazione di un presidio permanente, in cui i visitatori potranno sostare, richiedere informazioni e consultare pubblicazioni e documenti sull’opera e la sua storia.
A questi lavori si aggiungeranno la collocazione di un’adeguata segnaletica e la predisposizione di una serie di servizi di comunicazione, previsti nel progetto di riqualificazione del territorio circostante, per migliorare ulteriormente la fruizione dell’opera.
L’inaugurazione del Cretto di Gibellina è stata anticipata da Burri e i Cretti, una mostra monografica visitabile al Museo Riso di Palermo sino allo scorso 15 settembre, che ha approfondito ulteriormente uno dei principali cicli della produzione dell’artista umbro, di cui il Grande Cretto è senza dubbio l’espressione massima.