Tra reportage e opera d’arte, il progetto di Patrick Willocq descrive un particolare rituale d’iniziazione delle giovani donne appartenenti alle tribù indigene del Congo. In mostra a Genova, sino al 29 novembre.
Lo studio Visonquest contemporary photography di Genova ha aperto la nuova stagione espositiva con I am Walé respect me / Forever Walé, personale di Patrick Willocq dedicata a un particolare rituale tradizionale delle tribù indigene della Repubblica Democratica del Congo, dove il fotografo francese ha trascorso gran parte della sua vita.
Walé è il nome con cui nei villaggi si indica la madre primipara che, dopo la nascita del primo figlio, torna nella casa dei genitori per un periodo di reclusione che varia dai due ai cinque anni. Al termine di questa fase d’isolamento, la giovane donna è festeggiata dalla comunità con danze e canti tradizionali.
“l rituale del Walè è un meraviglioso tributo alla maternità, la fertilità e femminilità. Per questo motivo – spiega Willocq – ho proposto alle donne Walè che conosco da anni di partecipare a una sorta di messa in scena in grado di testimoniare una parte della loro storia personale. Ogni immagine rappresenta in chiave visiva la canzone cantata dalla donna Walè durante il giorno più importante della propria vita: quello del ritorno al villaggio.”