In un’epoca dominata dalla tecnologia digitale, è utile fare un salto nel tempo e rispolverare vecchi supporti analogici, compagni di scuola e d’infanzia. Specie quando l’arte ci mette lo zampino...
È passato più di un secolo dalla pubblicazione del celeberrimo romanzo di Carlo Collodi con protagonista l’intramontabile Pinocchio e l’esplosione della tecnologia digitale fa sembrare i quaderni e i sillabari, tanto odiati dal burattino, supporti davvero obsoleti.
Eppure, se si elimina la polvere del tempo e si cerca nell’arte un alleato prezioso, gli stessi strumenti possono riacquisire tutto il fascino della loro concretezza. Basti pensare all’incredibile “sillabario” ideato dall’artista tedesco Kurt Schwitters negli anni Venti del secolo scorso, in collaborazione con Käte Steinitz e Theo van Doesburg, intitolato Die Scheuche.
Un entusiasmante volume in cui le lettere alfabetiche si trasformano in dettagliati personaggi, protagonisti di una narrazione frutto del dialogo tra suono e immagine. Usando l’alfabeto inventato da Francesco Cangiullo, Schwitters mette a punto una storia i cui attori principali sono composti di lettere e fanno il loro ingresso nel corpo del testo, allietando la lettura e l’apprendimento dello scolaro.