L'unico film italiano in concorso alla Berlinale si è aggiudicato l'ambito Orso d'Oro. Dopo il successo di 'Sacro Gra' alla Mostra del Cinema di Venezia del 2013, Gianfranco Rosi conquista il massimo riconoscimento di un altro prestigioso festival europeo.
Gianfranco Rosi si aggiudica un altro, ambitissimo premio cinematografico: dopo aver raccontato la Roma del Grande Raccordo Anulare in Sacro Gra (Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2013), con Fuocoammare il regista ha conquistato anche la giuria del Festival internazionale del cinema di Berlino, presieduta quest’anno da Meryl Streep.
Nato in Eritrea, ma cittadino italiano e statunitense, Rosi era l’unico autore del Belpaese in concorso quest’anno a Berlino. Sulla quantità della proposta cinematografica da parte dell’Italia, in questa edizione ha vinto la qualità: quella di un docufilm che ha richiesto un anno di lavoro sul campo, con Rosi che a Lampedusa si è trasferito per un anno a osservare il confine più simbolico d’Europa.
Proprio ai lampedusani è dedicato il film di Rosi, che così ha parlato al momento di ricevere l’ambito Orso d’Oro: “Il mio pensiero va a tutti coloro che non sono mai arrivati a Lampedusa nel loro viaggio di speranza, e alla gente di Lampedusa che da venti, trent’anni apre il suo cuore a chi arriva“.
Per raccontare la storia di un luogo d’incontro e passaggio, le storie di chi sull’isola vive da sempre – a dispetto dei grandi stravolgimenti geopolitici contemporanei – e chi invece ci arriva in cerca di un futuro migliore, o anche solo di un futuro possibile, i migranti, Rosi ha scelto di seguire Samuele, un bambino di 12 anni che a Lampedusa trascorre la sua giovinezza tra il tiro con la fionda e le battute di caccia. Un ragazzino come tanti, se non fosse che si trova a testimoniare una delle maggiori crisi umanitarie dei tempi moderni.