Cosa significa doppiare un film? Una mostra in corso alla Casa del Cinema porta in luce il lavoro intenso alla base del doppiaggio: una vera e propria forma di recitazione, che coinvolge non soltanto la voce ma anche mimica e gestualità.
Se l’avvento del sonoro ha dato inizio a una vera e propria rivoluzione, nella storia del cinema, è pur vero che spesso trascuriamo una professione che invece proprio in Italia ha una fiorente scuola: quella del doppiaggio dei film stranieri e d’animazione.
A omaggiare i doppiatori, a dare finalmente loro un volto oltre che una voce, ci pensa dal 6 febbraio la Casa del Cinema di Roma.
Fino al termine del mese, una mostra unica nel suo genere – AttorInVoce, s’intitola – permette ai cinefili di avventurarsi nello straordinario mondo del doppiaggio. A fare gli onori di casa è il fotografo Maurizio Pittiglio, che ha immortalato gli interpreti nelle sale di doppiaggio delle più importanti società e cooperative della Capitale.
È poi possibile associare volti, espressioni e voci grazie alla presenza di QR code, associati alle immagini esposte, attraverso i quali lo spettatore può ascoltare anche la registrazione di una performance del doppiatore ritratto.
Obiettivo della mostra è, quindi, restituire a quest’arte tutta la dignità che le spetta, in quanto forma di recitazione a tutti gli effetti: dar voce a un personaggio significa reinterpretarne il ruolo, esaltarne l’emotività e viverla innanzitutto profondamente. Anche se, sul grande schermo, giungerà solo l’audio della propria prova, è il coinvolgimento totale del doppiatore che imprime al suono il giusto trasporto.