La vita, secondo l’arte. A Stoccolma

21 Febbraio 2016

Rose-Rachel_Sitting-Feeding-Sleeping_film-still_2013

Il celebre Moderna Museet di Stoccolma si prepara a stupire il suo pubblico con un evento espositivo d’eccezione, inaugurato il 20 febbraio e in corso fino al prossimo 8 maggio. Life itself è l’icastico titolo di una rassegna che promette di sondare uno dei misteri più discussi, fin dalla notte dei tempi, usando l’arte come possibile chiave di lettura.

Senza alcuna pretesa di esaustività, l’esposizione scandinava accende i riflettori su uno dei concetti più universali: la vita, insieme a tutte le sue sfumature. Considerata un enigma fin dall’antichità, la forza vitale è da sempre al centro delle riflessioni di filosofi, intellettuali e scienziati, mantenendo intatto l’alone di imponderabilità che la avvolge.

Nonostante l’incredibile evoluzione degli studi in materia di biologia, alcuni aspetti dell’esistenza restano tuttora carichi di interrogativi, affrontati in maniera trasversale da numerose discipline. L’arte rappresenta un’affascinante approccio al vivere, grazie alla mediazione – vitale per eccellenza – dei suoi interpreti. Il museo di Stoccolma riunisce una strabiliante selezione di artisti che, dagli esordi del Novecento fino all’epoca attuale, hanno scandagliato l’esistenza restituendone le molteplici sfaccettature.

Curata da Daniel Birnbaum, Carsten Höller e Jo Widoff, la mostra prende il via dallo sforzo di categorizzare l’esistenza da parte degli artisti vissuti all’alba del Novecento per poi seguire il profondo legame tra arte e vita fino all’epoca attuale, dove i confini risultano decisamente sfumati. Giovanni Anselmo, Philippe Parreno, Pierre Huyghe, On Kawara, Joseph Beuys e Giuseppe Penone sono solo alcuni degli artisti esposti, che non smettono di interrogare la vita con gli strumenti della creatività.

[Immagine in apertura: Rachel Rose, Sitting Feeding Sleeping (film still), 2013 Courtesy of the artist and Pilar Corrias Gallery © Rachel Rose]