Con la mostra 'A Japanese Constellation', il museo di New York punta l’obiettivo sui progettisti del Sol Levante. Kazuyo Sejima è l’unica donna presente.
Esiste un modo di concepire l’architettura contemporanea tipicamente giapponese? La mostra A Japanese Constellation: Toyo Ito, SANAA, and Beyond, al via il prossimo 13 marzo al Museum of Modern Art di New York, cercherà di fornire spunti di riflessione sul tema attraverso la presentazione di 44 progetti recenti.
Per la prima volta nella sua storia, la prestigiosa istituzione internazionale si concentra, con un’intera rassegna, sul network di architetti e designer la cui formazione è avvenuta a stretto contatto con le due incontrastate archistar giapponesi degli ultimi anni: Toyo Ito e lo studio associato SANAA, fondato da Ryue Nishizawa e da Kazuyo Sejima, a oggi unica donna al mondo ad aver diretto un’edizione della Biennale di Architettura di Venezia, nel 2010.
Premiata nello stesso anno con il Premio Pritzker e progettista di interventi in tutto il mondo – tra cui il sinuoso River Building in Connecticut, inaugurato lo scorso settembre – Sejima è presente in mostra accanto ad alcuni dei nomi più promettenti della nuova stagione architettonica nipponica, come Sou Fujimoto, Akihisa Hirata e Junya Ishigami. A Japanese Constellation intende rivelare la persistenza di temi e motivi comuni e condivisi tra le varie generazioni, capaci di adattarsi nel tempo e delineare un’identità, autonoma e riconoscibile, del paese.
Curata da Pedro Gadanho, attuale direttore del MAAT – Museo di Arte Architettura e Tecnologia di Lisbona, con Phoebe Springstubb, assistente curatore del Dipartimento di Architettura e Design del MoMA, la mostra intende evocare lo stile giapponese anche nell’allestimento: verranno infatti impiegate partizioni leggere in tessuto semi-trasparente e materiali tradizionali. Per un’esperienza visiva coinvolgente.
[Immagine in apertura: Toyo Ito & Associates Architects, Sendai Mediatheque, Miyagi, Japan, 1995–2001, The Museum of Modern Art, New York. Gift of the architect in honor of Philip Johnson © 2015 Toyo Ito]