In occasione del centenario della morte, il capoluogo lombardo dedica al leggendario artista un grande omaggio espositivo, che ne ripercorre la formazione e l’intensa carriera.
A 100 anni dalla scomparsa di uno degli artisti che hanno scritto la storia figurativa del Novecento, il Palazzo Reale di Milano ospita, dal 23 marzo al 10 luglio, Umberto Boccioni (1882-1916): Genio e Memoria, la dettagliata mostra intitolata al pittore e scultore più in vista dell’Avanguardia italiana.
A cura di Francesca Rossi e Agostino Contò, e organizzata da Castello Sforzesco, Museo del Novecento e Palazzo Reale con la casa editrice Electa, la mostra riunisce circa 280 opere – tra disegni, sculture, dipinti, fotografie d’epoca, incisioni, libri e riviste – che documentano non soltanto l’incredibile produzione di Boccioni, ma anche i modelli cui l’artista si ispirò nell’ambito della propria formazione.
Grazie a un taglio critico inedito, l’esposizione mette in luce le fonti visive alla base delle scelte stilistiche compiute dall’artista, offrendo una panoramica sui grandi nomi che ne influenzarono la poetica – da Albrecht Dürer a Sir Frederic Leighton, da Giovanni Segantini a Gaetano Previati, solo per citarne alcuni.
Seguendo un criterio tematico e cronologico – che include anche i capolavori degli artisti contemporanei a Boccioni – il percorso espositivo conduce il pubblico verso il vero e proprio cuore pulsante della rassegna: l’eccezionale corpus di sessanta disegni dell’artista provenienti dal Castello Sforzesco di Milano. Insieme ad alcuni scritti e documenti inediti, la selezione di opere grafiche individua l’intera evoluzione stilistica di Boccioni, dalla formazione divisionista, simbolista ed espressionista fino all’approdo futurista, senza dimenticare il debito verso la tradizione classica, rinascimentale e barocca.
[Immagine in apertura: Umberto Boccioni, Elasticità, dettaglio, 1912, olio su tela, 100×100 cm, Milano, Museo del Novecento, Collezione Jucker]