Dal 14 marzo arriva nelle sale italiane il film di Lisa Immordino Vreeland sull’iconica collezionista. A partire da un’intervista che si credeva persa.
Dopo le presentazioni ai festival di Telluride, Tribeca e San Francisco, entra nella programmazione dei cinema italiani Peggy Guggenheim: Art Addict, la nuova incursione della regista Lisa Immordino Vreeland nell’universo femminile del Novecento.
Premiata nel 2011 alla Mostra del Cinema di Venezia con la pellicola d’esordio Diana Vreeland: The Eye Has to Travel, dedicata alla celebre giornalista di moda divenuta un’icona del settore nel secolo scorso, questa volta la film-maker di origine francese ha scelto di misurarsi con una delle personalità femminili più influenti dell’arte mondiale.
Membro di una ricca famiglia, nipote del fondatore del celebre museo newyorkese, Peggy Guggenheim non visse certo di luce riflessa: riuscì a imporsi grazie a una brillante ed eccentrica personalità, a un eccezionale intuito per le tendenze in ascesa e alle capacità dimostrate anche nel destreggiarsi con gli affari.
Modello di emancipazione femminile, a lei si deve una delle raccolte d’arte d’eccellenza conservate a Venezia, città che amò con grande intensità: la sua casa museo, nel Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, resta una tappa obbligata per tutti gli appassionati d’arte di passaggio in città.
Il nuovo film prende spunto da una lunga intervista rilasciata dalla Guggenheim a Jaqueline B. Weld, fin qui considerata perduta, nella quale la collezionista ripercorre la propria vicenda umana e professionale tra eccessi, incontri e dolori, come la scomparsa del padre nel naufragio del Titanic.