Sta per prendere il via la seconda edizione del festival dedicato agli artisti e ai loro atelier. Un’ottantina di mostre e numerosi eventi collaterali animeranno la scena urbana milanese.
Dal 15 al 19 marzo, Milano farà di nuovo da cornice a Studi Festival, la rassegna intitolata agli atelier d’arte sparsi per il capoluogo lombardo e giunta alla seconda edizione. Ideata e curata da Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiarandà – membri della Premiata Ditta – e da Claudio Corfone e Rebecca Moccia, l’iniziativa punta ad avvicinare un pubblico davvero vasto alla produzione artistica contemporanea.
77 mostre, 15 eventi collaterali e oltre 500 artisti partecipanti: sono questi i numeri di un festival che si prepara a bissare e superare il grande successo ottenuto lo scorso anno. L’idea è chiara ed efficace: aprire alla collettività i luoghi creativi per eccellenza – gli studi degli artisti – coinvolgendo questi ultimi in maniera attiva.
Saranno proprio gli artisti, infatti, a organizzare mostre ad hoc all’interno dei rispettivi spazi di lavoro, estendendo l’invito a esporre anche ad altri colleghi e ampliando così la visuale sulla geografia creativa della città. Suddivisa in cinque spicchi ideali – uno per ogni giorno del festival – Milano accoglierà una serie di performance ed eventi studiati appositamente dagli artisti, affinché il pubblico possa attraversare il paesaggio urbano usando l’arte come bussola.
Organizzato grazie al crowdfunding, Studi Festival si basa su un’idea di aggregazione spontanea all’insegna di una creatività diffusa e partecipata. Non mancheranno i grandi nomi dell’arte, fra cui Adrian Paci, che curerà la mostra delle opere di giovani artisti ospitata dalla Fondazione Adolfo Pini e Corrado Levi, coinvolto nel progetto aperto Empatema.
[Immagine in apertura: Studi Festival Milano 2016, Studio di Giulio Zanet]