Il Whitney Museum of American Art presenta 'Human Interest: Portraits from the Whitney’s Collection', una retrospettiva incredibilmente estesa, tutta focalizzata su un genere al quale gli artisti guardano con inesauribile interesse.
Come è cambiata la ritrattista negli ultimi anni? In quale modo la proliferazione degli smartphone e la diffusione dei social network hanno inciso nell’evoluzione di quel genere artistico – un tempo accessibile solo ad una fascia elitaria della popolazione – che ha reso possibile tramandare l’identità fisica di un gran numero di personalità del passato? Attraverso Human Interest: Portraits from the Whitney’s Collection il Whitney Museum of American Art di New York, affronta la questione e le relative implicazioni in una prospettiva contemporanea, includendo capolavori -tra gli altri – di Alexander Calder, Marsden Hartley, Edward Hopper, Jasper Johns, Alice Neel, Georgia O’Keeffe, Cindy Sherman e Andy Warhol.
La mostra, in programma dal 27 aprile al 12 febbraio 2017, mette il luce il ruolo e il potere del ritratto attraverso oltre 300 opere esposte, realizzate da una gamma di 200 artisti – la metà viventi viventi – in un ampio arco temporale, esteso dal 1900 al 2016. Con dodici sezioni tematiche e il coinvolgimento di numerose sale del museo progettato da Renzo Piano adagiato sul fiume Hudson, Human Interest: Portraits from the Whitney’s Collection riesce nell’intento di dare vita ad una eccezionale panoramica sulle modalità di rappresentazione dell’individuo.
Diversi e spesso non convenzionali i territori esplorati dagli artisti selezionati: in rassegna sono presenti soluzioni orientate al perseguimento di risultati dichiaratamente glamour, opere in cui prevalgono dettagli di valenza simbolica, ma anche ritratti che si sottraggono dalla ricerca della somiglianza, a favore di risultati grotteschi o irriverenti.
Human Interest: Portraits from the Whitney’s Collection solleva dunque domande fondamentale: chi siamo? In quale modo ci percepiamo? Quali impressioni suscitiamo nell’immaginario di chi ci osserva?
[Immagine in apertura: Rachel Harrison, Untitled, 2011, Whitney Museum of American Art, New York © Courtesy of the artist and Greene Naftali, New York]