I suggestivi ritratti naturali dell’artista norvegese nascono dalla combinazione di elementi fotografici e manipolazioni digitali. Per rappresentare soggetti al confine tra realtà e immaginazione.
Luce e ombra, realtà e finzione, tecnica fotografica e intervento post-prodotto: sono questi i capisaldi dell’arte di Simen Johan, l’autore delle opere protagoniste dell’omonima mostra alla Yossi Milo Gallery di New York fino al prossimo 10 agosto.
Classe 1973, l’artista norvegese ha sviluppato uno stile di grande impatto sensoriale, frutto della combinazione fra la tecnica fotografica analogica, con sviluppo in camera oscura, la manipolazione digitale e l’indagine condotta sulla pratica scultorea.
Il risultato è un universo visivo fatto di animali, paesaggi e volti umani in cui il confine tra reale e immaginifico sfuma volontariamente, complice una serie di giochi cromatici e formali che aprono la strada a una moltitudine di possibili interpretazioni.
[Immagine in apertura: Simen Johan, Untitled #181, serie Until the Kingdom Comes, 2015. Digital C-Print © Simen Johan, Courtesy Yossi Milo Gallery, New York]