Uno dei segreti rimasti più a lungo irrisolti, dopo l'apertura del sarcofago custodito nella Valle dei Re, sembra ora trovare una sorprendente risposta: il ferro della lama del pugnale rinvenuto accanto a Tutankhamon arriva dallo spazio.
Una ricerca italo-egiziana, condotta dai Politecnici di Milano e Torino, dall’Università di Pisa, dal Museo Egizio de Il Cairo, dal Cnr e da altri soggetti, indicherebbe la soluzione di uno dei più affascinanti misteri dell’archeologia.
Fin dall’apertura del sarcofago del faraone egizio Tutankhamon, avvenuta negli anni Venti del secolo scorso, a destare particolare sorpresa era stato il ritrovamento di un pugnale in ferro, un materiale scarsamente impiegato dalla popolazione stanziata lungo le sponde del Nilo.
Inserito nel corredo funebre del faraone bambino, il pugnale aveva acceso il dibattito tra storici, egittologi e altri specialisti: ai loro dubbi pone fine oggi la fluorescenza a raggi X, una tecnologia non invasiva che ha indicato per la lama dell’arma un’origine meteoritica.
La scienza sembrerebbe dunque confermare quanto già scritto sugli antichi papiri che qualificano il materiale “alieno” del pugnale, indicandolo come”ferro del cielo“: il prezioso manufatto, conservato presso il Museo Egizio de Il Cairo, è composto da una lega di nichel e ferro, che sarebbe appunto giunta sulla Terra attraverso un meteorite.
[Immagine in apertura: Howard Carter all’apertura del sarcofago del faraone Tutankhamon nei pressi di Luxor, in Egitto]