12 Giugno 2016
All’artista statunitense che ha ridefinito la ritrattistica contemporanea, il Museo Bardini di Firenze dedica una mostra al via il 13 giugno. Un viaggio nella sua pittura, a metà strada tra reale e fittizio, tra contemplazione e voyerismo, tra osceno e raffinato, tra verità fotografica e invenzione figurativa.
Con John Currin. Paintings, l’appuntamento di punta della stagione estiva del Museo Bardini di Firenze, il capoluogo toscano dedica un grande evento al celebre pittore statunitense. Per la prima volta infatti, uno spazio pubblico in Italia accoglie un’ampia selezione dei ritratti e dei dipinti che hanno contributo a rendere riconoscibile lo stile dell’artista classe 1962.
Curata da Antonella Nesi e Sergio Risaliti e aperta fino al 2 ottobre 2016, la mostra sonda un insolito spaccato umano, popolato di figure dai tratti surreali o grotteschi, la cui anatomia sproporzionata, o prospetticamente deformata, rappresenta un’alterazione degli ideali di rappresentazione, del corpo o del volto, riconducibili al Rinascimento.
Il percorso espositivo offre una visione estesa della produzione dell’autore originario del Colorado, estendendo la visione oltre la ritrattistica e la raffigurazione del corpo umano, nella quale ad essere prevalenti sono le figure femminili: donne superdotate, con seni e fianchi rotondi e gonfi, che si contrappongono a donne estremamente magre e asciutte, sempre calamitiche.
Anche i generi del disegno e della natura morta sono presenti nella mostra fiorentina, attraverso opere “eseguite con la perizia calligrafica di un pittore olandese rinascimentale, in tappezzerie e mazzi di rose di una freschezza impressionistica.”
John Currin. Paintings costituisce l’occasione per vedere, in Italia, una serie di opere fino ad ora mai mostrate nel nostro Paese; si tratta di una serie di dipinti selezionati direttamente dall’artista per il Museo Stefano Bardini e destinate ad attivare un dialogo con l’eccezionale raccolta di pittura e scultura costituita dall’antiquario e collezionista fiorentino del XIX secolo: ritratti familiari – tra cui la moglie Rachel e i tre figli Francis, Hollis e Flora – , di ritratti allegorici, ritratti muliebri e alcuni nudi femminili saranno affiancate a Madonne donatelliane, bronzetti e porcellane, cornici intagliate, dipinti seicenteschi, sculture lignee medievali.
[Immagine in apertura: John Currin, The Penitent, dettaglio, 2004, Private Collection © John Currin. Courtesy Gagosian Gallery. Photo by Rob McKeever]