È dedicato al celebre artista piemontese l’annuale appuntamento espositivo con la scultura al Rijksmuseum di Amsterdam. Un dialogo poetico fra le opere di Penone e la natura cui esse si ispirano.
Il 2016 si sta rivelando un anno davvero ricco per Giuseppe Penone. Dopo l’acclamato ritorno alla Reggia di Venaria Reale e la grande mostra in corso al Mart di Rovereto, l’artista piemontese approda al Rijksmuseum di Amsterdam, protagonista dell’annuale rassegna espositiva dedicata alla scultura e già intitolata a personalità del calibro di Henry Moore, Alexander Calder e Joan Miró.
Fino al 2 ottobre, i giardini del museo olandese ospiteranno ben 18 opere scultoree di Penone, cui si sommano i sette lavori allestiti negli ambienti interni all’edificio, dando vita a un vero e proprio racconto visivo che affianca agli storici capolavori dell’artista anche alcune “new entry”, esposte per la prima volta.
Amsterdam, infatti, fa da cornice al debutto di Vene di pietra tra i rami, mentre l’atrio del Rijksmuseum accoglie l’anteprima mondiale di Spine d’acacia e Pelle di grafite-fronte, le due opere realizzate nel 2016 e montate, una di seguito all’altra, su uno schermo di dodici metri.
Da sempre interessato al profondo legame tra arte e natura, Penone trova nel contesto della rassegna olandese lo sfondo ideale per la propria ricerca creativa, protagonista di un vero e proprio dialogo con l’ambiente circostante e con la risposta percettiva del pubblico.
[Immagine in apertura: Giuseppe Penone, Albero Folgorato, 2012. Foto: Kelly Schenk]