Un percorso aperto al pubblico fa scoprire la città nascosta sotto la cittadina umbra. Tra cappelle ipogee affrescate e le storie di chi veniva rinchiuso nelle segrete della Santa Inquisizione.
A Narni, centro geografico d’Italia, c’è una città sotto la città da poco riportata alla luce.
Correva l’anno 1979, quando sei giovani speleologi della cittadina umbra scoprirono sotto i resti di un convento domenicano un piccolo passaggio tra i rovi. Da quel giorno, insieme ad altri volontari, cominciarono un’opera di scavo e di recupero fin quando, nel 1994, il percorso venne aperto al pubblico con il nome di Narni Sotterranea.
Da allora, attraverso un sistema di visite guidate, è possibile tornare indietro nel tempo, a quando i romani conservavano l’acqua in profonde cisterne, e nei luoghi che oggi permettono di compiere una visita virtuale nell’acquedotto del I. secolo a. C..
Da lì, in un attimo ci si ritrova in epoca longobarda, dentro una cappella ipogea completamente affrescata, e poi in una grande sala, occupata un tempo dalla Stanza dei tormenti: qui, infatti, il Santo Uffizio o Inquisizione Romana ebbe una sua sede, dalla metà del XVI alla metà del XIX secolo.
Il percorso si conclude in una stretta cella carceraria, dove un numero inverosimile di graffiti incisi sulle pareti avvolge chiunque entri là dentro. Nomi, date, simboli sono la prova del tempo – e dell’angoscia – trascorso da chi lì vi era stato rinchiuso, con una storia tutta da scoprire.
[Immagini nell’articolo: photo by Serena Novelli]