Aspettando Rio 2016: in mostra, il mito dei Giochi Olimpici

8 Luglio 2016

discobolo mirone statua musei vaticani

Nell’anno in cui, grazie a Rio 2016, per la prima volta nella storia una città del Sud America ospita un’edizione dei Giochi Olimpici, non manca neppure un appuntamento espositivo di ampio respiro dedicato alla kermesse sportiva più attesa di sempre. Fino al 15 gennaio 2017, il Museo Nazionale del Liechtenstein ospita la mostra Mythos Olympische Spiele – Von der Antike bis zur Gegenwart (Il Mito dei Giochi Olimpici: dall’antichità a oggi) che si candida a passare alla storia come “la più grande e completa mostra sui Giochi Olimpici” mai allestita finora.

Con un salto indietro nel tempo fino all’Antica Grecia, la rassegna intende narrare l’intero percorso delle Olimpiadi, dalla genesi alla rinascita moderna, indissolubilmente legata alla figura di Pierre de Coubertin e alla memorabile edizione di Atene 1896.
La mostra presenta un insieme vario di opere con reperti antichi di pregio – provenienti  anche dai Musei Vaticani e dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli: tra questi, le famose statue marmoree del discobolo di Mirone, la statua marmorea di un pugile dello scultore Coblano da Afrodisia, le coppe dei giochi Panatenaici, vasi attici con raffigurazioni di atleti del VI e del V sec. a.C.
Alle opere e ai reperti si sommano foto, filmati e memorabilia di atleti, come guantoni da box, attrezzature da scherma, costumi, medaglie e trofei.

Durante il lungo periodo di apertura di Mythos Olympische Spiele – Von der Antike bis zur Gegenwart, grazie alla collaborazione con il Comitato Olimpico del Liechtenstein, è stato organizzato un programma di manifestazioni di approfondimento sui Giochi Olimpici con presentazioni, discussioni, proiezioni e interviste ad atleti famosi.

[Immagine in apertura: Statua marmorea del discobolo di Mirone, dettaglio. Risalente al periodo dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.). Proveniente dalla Villa dell’imperatore Adriano a Tivoli. Vaticano, Musei Vaticani, Sala della Biga, n. inv. 2346. (C) Musei Vaticani (PRNewsFoto/Liechtenstein National Museum)]