La pittura olandese, tra nature morte e indagine botanica

7 Luglio 2016

Dirck de Bray Flowers in a White Stone Vase, 1671 Oil on panel 62 × 44 cm Private collection © Photo courtesy of the owner

Sono dipinti di “qualità stupefacente e notevole bellezza” quelle riuniti insieme in occasione di Dutch Flowers, la mostra che ripercorre quasi 200 anni di produzione pittorica, svelando la notevole abilità degli autori olandesi nella raffigurazione delle specie floreali.
Ospitata alla National Gallery di Londra fino al 29 agosto, raccoglie opere provienenti dalla propria collezione permanente e anche da istituzioni private con l’obiettivo di esplorare l’evoluzione di un genere dai suoi esordi, nei primi anni del XVII secolo, fino all’apice, databile nel periodo di passaggio tra il XVIII e il XIX secolo.

Il legame intrinseco – e ancora oggi molto evidente e rappresentativo – tra la popolazione dei Paesi Bassi e le scienze naturali, con il crescente interesse suscitato dalla botanica e dall’orticoltura a partire dal XVI secolo, la creazione di primi giardini botanici del Paese e il fiorente commercio vivaistico con le aree esotiche spinsero anche gli artisti ad avvicinarsi a questa specifica tematica.
Dutch Flowers raccoglie così opere di Jan Brueghel the Elder, Ambrosius Bosschaert e Roelandt Savery, concedendo l’opportunità di soffermarsi sulle peculiari caratteristiche stilistiche e tecniche e di rilevare le modalità di restituzione dei dettagli: da composizione simmetriche e piatte, si passa alla riproduzione di mazzi dall’andamento più irregolare e spontaneo, fino all’ampliamento della tavolozza, in nome di un allineamento con il gusto moderno.

Dutch Flowers, infine, vanta una sorta di “primato”: si tratta infatti della prima esposizione che nel Regno Unito presenta questo specifico filone dopo circa 20 anni; in programma anche workshop e proiezioni video.

[Immagine in apertura: Dirck de Bray, Flowers in a White Stone Vase, 1671, private collection © Photo courtesy of the owner]