Originario di Montpellier, l'artista impressionista viene omaggiato nella sua città natale da un'importante mostra, aperta fino al 16 ottobre prossimo al Museo Fabre. Un percorso espositivo che ne indaga la produzione in un dialogo con i principali interpreti della celebre corrente.
È certamente una delle mostre da vedere nel corso di questa estate, quella che il Musée Fabre di Montpellier – in Francia – dedica alla figura di Frédéric Bazille.
Prematuramente scomparso durante una battaglia nel corso della guerra franco-prussiana, ad appena 28 anni, Bazille dimostrò in quelli che sarebbero rimasti i suoi lavori d’esordio notevoli doti artistiche, stringendo legami con gli interpreti più rappresentativi della corrente impressionista: da Monet a Renoir, da Manet a Sisley fino a Berthe Morisot.
Organizzata con la collaborazione del Musée d’Orsay di Parigi e della National Gallery of Art USA, la mostra Frédéric Bazille, la jeunesse de l’impressionnisme – aperta fino al 16 ottobre prossimo – si focalizza sulla produzione dell’artista, originario proprio di Montpellier, in un dialogo aperto con Bazille, Monet, Renoir e con i grandi interpreti dell’Impressionismo francese.
L’ampia retrospettiva raccoglie insieme la maggior parte delle opere dell’artista, stabilmente conservate nei musei di New York, Washington, Chicago, Berlino, Parigi e Tokyo, riuscendo in questo modo a configurarsi come un evento eccezionale, vista la dispersione della sua produzione nel mondo.
Per questa importante occasione, per tutta la durata di Frédéric Bazille, la jeunesse de l’impressionnisme, il Musée Fabre di Montpellier potenzia la propria offerta culturale con un peculiare progetto educativo. Il programma, che si rivolge a visitatori di tutte le età, con interessi e formazioni eterogenee, costituisce un’opportunità di approfondimento dei temi distintivi dello stile di Bazille, nel quale alla pittura di paesaggio occupa un posto di primo piano. Il museo francese, infine, attraverso la propria collezione permanente permette di immergersi nel contesto storico e sociale all’interno del quale Frédéric Bazille delineò la propria parabola umana e professionale: pur non rientrando nel circuito della mostra, una serie di opere esposte nelle sali museali è contrassegnata da una speciale didattica che ne favorisce la contestualizzazione.