Non smette di affascinare la leggenda di Re Artù; quest'estate, ad alimentarla ci pensano anche le ultime scoperte archeologiche. Sono stati infatti resi pubblici gli esiti di una campagna di scavo, condotta proprio nel sito che avrebbe dato i natali al mitico sovrano: Tintagel, in Cornovaglia.
All’inesauribile fascino da sempre esercitato dalla leggenda di Re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda, in queste settimane si stanno aggiungendo nuove informazioni. Intrapresi lo scorso 18 luglio e ultimati nei giorni scorsi, gli scavi condotti nel sito archeologico di Tintagel – la località situata nel nord della Cornovaglia divenuta, grazie al proprio castello, meta degli appassionati della leggendaria figura di sovrano – avrebbero portato alla luce testimonianze architettoniche risalenti ad un’epoca precedente rispetto alle rovine conosciute fino ad oggi.
Si ritiene infatti che il cosiddetto Castello di Tintagel (nella foto in apertura, fonte Wikipedia) sia stato edificato nella prima metà del XIII secolo, mentre la parabola che ha come protagonista Re Artù sarebbe da collocare a un’epoca precedente di vari secoli.
Frutto del lavoro quinquennale dell’English Heritage, questi recenti scavi testimonierebbero quindi un’occupazione di lunghissimo corso per il celebre sito inglese, oltre ad aprire nuove questioni circa il suo impiego, i suoi abitanti e le ragioni del suo abbandono. Soprattutto, accende la fantasia di ricercatori e appassionati la vicinanza cronologica dei nuovi reperti e l’epoca a cui si presume appartenga il leggendario sovrano, che la tradizione vuole sia nato proprio a Tintagel.
Per saperne di più sarà necessario attendere la primavera 2017, quando il team di archeologi e specialisti sarà in grado di fornire risposte a partire dai campioni prelevati e dai reperti analizzati. Nell’attesa, i primi dati sono stati sufficienti per riaccendere i riflettori attorno a un’avvincente vicenda, perennemente sospesa tra storia e mito.