Uno dei più famosi musei della Grande Mela ospita una rassegna che prende le mosse dal coinvolgimento attivo del pubblico. Tra opere "take away" e artisti di grande richiamo internazionale.
A distanza di più di 20 anni da quando Hans Ulrich Obrist e Christian Boltanski riunirono 12 artisti negli spazi della Serpentine Gallery di Londra, sotto il titolo di Take me (I’m yours), il medesimo concept espositivo è approdato oltreoceano per la prima volta, accolto dalle sale del Jewish Museum fino al 5 febbraio prossimo.
Curata da Jens Hoffmann, Kelly Taxter e dallo stesso Hans Ulrich Obrist, la mostra si basa su un presupposto intrigante e non convenzionale: la possibilità accordata al pubblico di interagire fisicamente con l’opera d’arte, toccandola, esperendola e, addirittura, portandola via con sé.
Nel corso dei mesi, dunque, l’allestimento cambierà forma e contorni, garantendo un’irripetibile fruizione delle opere realizzate dai 42 artisti inclusi nella rassegna, fra cui Andrea Fraser, Gilbert & George, Felix Gonzalez-Torres, Jonas Mekas, Yoko Ono, Rachel Rose, Tino Sehgal, Haim Steinbach e Lawrence Weiner.
[Immagine in apertura: Felix Gonzalez-Torres, “Untitled” (USA Today), 1990. Installation view of Felix Gonzalez-Torres: Specific Objects without Specific Form, MMK Museum Für Moderne Kunst, Frankfurt, 2011 © The Felix Gonzalez-Torres Foundation, courtesy of Andrea Rosen Gallery, New York]