Sta per prendere il via la seconda fase del progetto 'Un sogno fatto a Mantova', che indaga il concetto di città come luogo in cui "custodire la possibilità di un rapporto profondo e segreto tra parole, persone, cose". Con la partecipazione di artisti italiani e stranieri.
Attinge al titolo di uno scritto del poeta Yves Bonnefoy, il progetto espositivo Un sogno fatto a Mantova, il cui secondo atto è in programma dal 7 settembre al 13 novembre prossimo.
Nato da un’idea di Cristiana Collu e curato da Saretto Cincinelli, dopo l’esordio nel mese di giugno, questa nuova fase accoglie opere di artisti italiani e internazionali selezionati “per il loro riferirsi alla città, all’architettura e agli spazi del vivere condiviso“.
Nella cornice delle Fruttiere di Palazzo Te saranno dunque presenti numerosi interventi, concepiti a partire dall’idea di casa “come luogo e teatro della costruzione della comunità“.
Tra questi, sono previste le videoinstallazioni Stefania, Da solo, Nuvole #1 e Nuvole #2 di Luca Rento; Family ties II dell’artista spagnola Eulalia Valldosera; Exposure #9 di Barbara Probst; le stampe fotografiche Rear Window di Paola di Bello, che ha ritratto la città Mantova dalle finestre di case, uffici e alberghi. Con Fantasia è stata confermata la presenza di Grazia Toderi, già protagonista della prima stazione del progetto, con il suo Luci per K222 al Teatro Bibiena (nella foto in apertura).
Il progetto Un sogno fatto a Mantova, infine, coinvolgerà per l’intera durata anche altre location urbane, come il Cinema del Carbone, nella cui cornice saranno proiettati brevi video d’autore prima della normale programmazione cinematografica.