10 sezioni espositive, un team di 11 curatori, 99 artisti, 150 opere realizzate per l'occasione o tutt'al più nell'ultimo biennio: dopo un'interruzione di otto anni, la Quadriennale d'arte di Roma è pronta per un rilancio in grande stile.
Torna nella sua sede storica – il Palazzo delle Esposizioni – la 16sima edizione de La Quadriennale di Roma, in programma dal 13 ottobre 2016 all’8 gennaio 2017. Unica esposizione istituzionale dedicata al contemporaneo italiano, la kermesse quest’anno ha scelto il titolo di Altri tempi, altri miti e si avvale della presenza di ben 11 curatori. Selezionati da una giuria esterna di cinque esperti interdisciplinari, si sono occupati di sviluppare i contenuti di dieci sezioni espositive, ciascuna finalizzata a tracciare una mappatura delle arti visive contemporanee su scala nazionale, analizzando uno specifico tema.
Dopo 8 anni di assenza, La Quadriennale di Roma irrompe di nuovo nel panorama espositivo capitolino, portando con sé con un fitto calendario di eventi collaterali diffusi. Nel circuito di riferimento, saranno infatti coinvolte oltre 25 realtà tra musei, fondazioni, gallerie private. Fortemente voluta dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali, Dario Franceschini, nella cornice del Palazzo delle Esposizioni la manifestazione presenta un corpus di 150 opere – di cui 60 nuove e le restanti realizzate negli ultimi due anni – e 99 artisti.
Il fil rouge dell’evento – Altri tempi, altri miti – punta ad accendere i riflettori sulla stagione artistica successiva alla Duemila, attingendo ad un’espressione dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, proveniente dalla raccolta Un weekend postmoderno. Cronache dagli anni Ottanta. Al pari del volume, che restituisce una narrazione per frammenti dell’Italia, la nuova edizione della Quadriennale è stata concepita come “una mappatura mutevole delle produzioni artistiche e culturali dell’Italia contemporanea“.
In particolare, come hanno dichiarato i curatori, “Gli approfondimenti proposti nelle dieci sezioni della mostra sono percorsi dalla tensione generata dal confronto tra le narrazioni istituzionalizzate dell’arte italiana del passato e lo sguardo a un presente in via di definizione, che appunto non è possibile qualificare se non come altro. La differenza emerge quindi come la condizione inevitabile sulla quale questa edizione della Quadriennale si edifica e diventa lo strumento di lettura offerto allo spettatore, invitato quindi a interpretare le sezioni espositive come incarnazioni di discorsi artistico-culturali in dialogo con il passato attraverso strategie di rilettura critica, innovazione e superamento“.
[Immagine in apertura: Veduta del Palazzo delle Esposizioni, Roma, courtesy Comin and Partners]