Dopo tre anni di chiusura, il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato si accinge a riaprire i battenti, offrendo al pubblico un avveniristico ampliamento architettonico e un intenso programma di iniziative.
Mancano ormai pochissimi giorni a uno degli eventi più attesi dell’anno. Il 16 ottobre riaprirà ufficialmente il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato – chiuso dal 2013 –, l’unica istituzione pubblica dedicata all’arte contemporanea in Italia, e una tra le poche in Europa, a inaugurare un nuovo edificio nel decennio 2010-2020.
Fondato nel 1988, aggiudicandosi il primato di sede italiana costruita ex novo per esporre, collezionare, conservare, documentare e diffondere le ricerche artistiche più all’avanguardia, il Centro Pecci mira a diventare un punto di riferimento non solo nazionale per la sperimentazione dei molteplici linguaggi creativi contemporanei – dalle arti visive al cinema, dalla musica alla performance, fino all’architettura, al design, alla moda e alla letteratura.
Il tutto è reso possibile dall’avveniristico ampliamento messo a punto dall’architetto Maurice Nio – che ha elaborato una struttura a forma di navicella spaziale – e dalla riqualificazione dell’edificio originario di Italo Gamberini. Oltre a spazi espositivi più che raddoppiati, il Centro includerà anche un archivio, una biblioteca specializzata, un teatro all’aperto, un cinema-auditorium, uno spazio performativo all’interno delle gallerie, un bookshop, un ristorante e un bar-bistrot, nell’ottica di avvicinare ancor di più il pubblico alle proprie attività.
La riapertura coinciderà con l’inaugurazione della mostra La fine del mondo, a cura del direttore Fabio Cavallucci, che animerà l’intera superficie espositiva del museo con le opere di cinquanta artisti internazionali. La rassegna è stata anticipata da un Prologo, che ha portato alcune opere della collezione Pecci in una serie di realtà toscane, tra Firenze, Pisa, Vinci e la stessa Prato, confermando il ruolo “aggregante” svolto dal Centro rispetto al territorio.
Vanno in questa direzione anche gli eventi a corollario del grande opening, come TU35 / 2016, un focus sull’arte regionale emergente allestito negli spazi di Officina Giovani agli Ex Macelli di Prato, La Torre di Babele, a cura di Pietro Gaglianò, che porterà più di venti gallerie toscane nell’ex fabbrica Lucchesi di Prato e Icastic for Pecci, ospite della Camera di Commercio cittadina.
[Immagine in apertura: Nuovo Ingresso del Centro Pecci, photo Lineashow]