Addio a Dario Fo, mattatore del palcoscenico

13 Ottobre 2016


Il mondo del teatro piange la scomparsa di una delle sue colonne portanti. Ricoverato all’Ospedale Sacco di Milano da un paio di settimane, Dario Fo si è spento all’età di novant’anni, celebrati lo scorso 24 marzo con una grande festa al Piccolo Teatro Studio meneghino.

Originario di Sangiano, nel varesotto, Dario Fo si è fatto strada nel mondo del teatro con il piglio energico e indipendente che lo fece conoscere al grande pubblico. Amante della commedia, Fo scelse il linguaggio della farsa e della satira come chiave espressiva, raggiungendo il successo con opere che affondavano le radici nei dettami della Commedia dell’Arte e nell’immaginario popolare.

Si inscrive in questo solco il celeberrimo Mistero Buffo, messo in scena per la prima volta dall’attore nel 1969, mescolando parodia, tradizione dialettale e improvvisazione giullaresca. In linea con lo spirito libero che lo animava, Fo intrecciò al suo impegno teatrale anche quello politico, prendendo dichiarate posizioni antiborghesi, trasformando l’attualità in un punto di partenza per i propri lavori e vivendo spesso l’esperienza della censura.

Legato a Franca Rame da un rapporto affettivo e professionale, interrotto dalla morte dell’attrice nel 2013, Dario Fo condivise con lei la scena e un approccio al teatro lontano dalle convenzioni dei tempi. Mattatore del palcoscenico ma anche regista, scenografo, pittore e drammaturgo, Fo ricevette il Nobel per la letteratura nel 1997, suscitando ancora una volta reazioni contrastanti, a riprova dell’unicità di un talento fuori dal coro.