"Machina: a Curation of Real Photography by a Machine", quarto numero della rivista EyeEM Magazine, ha visto il coinvolgimento di un software appositamente sviluppato per selezionare le immagini dotate di maggiore appeal e qualità. Una prospettiva per il futuro dell'editoria?
Porterà una rivoluzione nell’editoria e negli assetti delle redazioni, il programma informatico che ha supervisionato la pubblicazione dell’ultimo numero di EyeEM, selezionando le immagini da inserire sulla base del loro appeal estetico?
Non è detto che ci riesca, ma intanto la realizzazione del quarto numero della rivista – dall’esplicativo titolo Machina: a Curation of Real Photography by a Machine – traduce in realtà una prospettiva da fantascienza, almeno fino a qualche anno fa.
L’idea, lanciata dal periodico EyeEM, legato all’omonima community web con 8 milioni di utenti nel mondo uniti dalla passione per la fotografia, è stata resa possibile grazie a un algoritmo sviluppato da alcuni programmatori e in possesso di una specifica attitudine al deep learning e all’analisi dell’immagine.
Il risultato, che potrebbe suscitare perplessità da parte di chi ritiene una macchina incapace di riconoscere l’arte, ha intanto reso possibile una valutazione decisamente capillare del patrimonio di immagini caricate dagli utenti nella piattaforma. Permettendo ad alcuni scatti “sepolti”, che forse non avrebbero mai raggiunto la visibilità che meritano, di venire mostrati e diffusi.