Era uno dei film più attesi della stagione: approdato nella sale cinematografiche italiane pochi giorni fa, non ha deluso le aspettative. Offrendo un lucido punto di vista su una vicenda dai contorni delicatissimi.
Quanto terreno si è disposti a cedere per salvaguardare una presunta incolumità individuale? E dove sta il confine tra sicurezza, controllo e diritto alla privacy? Sono questi alcuni dei tanti interrogativi sollevati da una vicenda che da tempo tiene il mondo con il fiato sospeso e che, recentemente, è approdata sugli schermi cinematografici grazie alla regia di Oliver Stone.
Il protagonista è Edward Snowden, l’informatico – oggi 33enne – impiegato fino al 2013 presso la National Security Agency americana. Consapevole dell’incredibile quantitativo di dati raccolti dai servizi segreti statunitensi, anche nei confronti dei “normali” cittadini, Snowden scelse di rendere pubblica una miniera di informazioni top secret, deciso a lottare in difesa di diritti inalienabili, come quello alla privacy.
Oliver Stone, regista dalla lunga carriera, già impegnato nella realizzazione di pellicole dalla forte impronta socio-politica – ne sono un esempio JFK, Nixon e W. – ha saputo combinare la storia “pubblica” e quella privata di Snowden, individuando in Joseph Gordon-Levitt un interprete di innegabile talento.