Realizzata tra il 1957 e 1964 a Teheran, Villa Nemazee porta la firma di Gio Ponti. A tentare di salvarla dalla possibile demolizione, un gruppo di architetti attivisti che intende salvaguardare l'unica testimonianza ancora intatta del grande Maestro in Medio Oriente.
Potrebbe essere demolita e sostituita da un albergo a cinque stelle, con uno sviluppo di 20 piani sopra terra, la Villa Nemazee di Gio Ponti. Edificata su commissione di Shafi Namazee, facoltoso uomo d’affari iraniano, si trova a Teheran nel quartiere Niavaran, nella zona settentrionale della città.
Una prospettiva di fronte alla quale la comunità intellettuale iraniana, capitanata da uno stuolo di architetti, si sta però attivando: l’obiettivo è evitare che il destino della Villa – ancora oggi intatta – venga affidato ai bulldozers.
La vicenda accende i riflettori sulla situazione culturale del Paese mediorientale nel quale, a differenza di quanto sarebbe probabilmente avvenuto solo qualche anno fa, il progetto in questione ha acceso il dibattito e scaldato gli animi.
L’edificio è il solo tra quelli progettati in Medio Oriente da Ponti a essere arrivato ai giorni nostri in condizioni ancora buone. L’unica altra testimonianza – la sede di un Ministero realizzato dall’architetto italiano a Baghdad nel 1958 – è stata in parte danneggiato durante la guerra in Iraq. Al momento, l’UNESCO e il Politecnico di Milano sono impegnati nel suo recupero e ripristino.