Fino al 21 maggio 2017, il San Francisco Museum of Modern Art accoglie le visionarie sperimentazione dell'artista e architetto argentino Tomás Saraceno. Incoraggiando i visitatori a relazionarsi con le opere esposte in modo attivo e consapevole.
Tra i più raffinati, poetici e geniali interpreti del nostro tempo, l’artista visivo e architetto di nazionalità argentina Tomás Saraceno è al centro del grande evento espositivo appena inaugurato al San Francisco Museum of Modern Art.
Con l’esposizione Stillness in Motion – Cloud Cities – aperta fino al 21 maggio prossimo – l’istituzione statunitense propone alcune delle visionari installazioni immersive che hanno reso celebre Saraceno su scala globale.
I visitatori sono incoraggiati a interagire con lo spazio in modi inediti, in un’esplorazione ambientale in grado di condurli tra immaginifiche città sospese, geometricamente complesse e capaci di librarsi oltre i limiti della terraferma.
La serie contrassegnata dall’appellativo Cloud City si connette alla personale reinterpretazione della Cupola Geodetica di Buckminster Fuller: un filone di ricerca e sperimentazione che negli anni ha condotto Saraceno a concepire composizioni stupefacenti.
In Stillness in Motion – Cloud Cities, ad emergere è un modello alternativo di città utopiche, destinate a un prossimo futuro in cui l’umanità avrà cessato di attingere alle risorse disponibili nel nostro pianeta – a cominciare dai combustibili fossili – e sarà riuscita a concepire ambienti collettivi sostenibili.
Strutture complesse, fatte di corde e pannelli riflettenti sospesi in aria, evocano questa visione radicale che in parte attinge anche alla lezione delle avanguardie artistiche e architettoniche della seconda metà del Novecento.
In perfetto “stile Saraceno”, l’esposizione di San Francisco documenta anche le possibili connessioni tra discipline diverse, come fisica, biologia, cosmologia, ingegneria e sociologia, restituendo il senso di un’indagine votata alla ricerca di dimensioni alternavite, anche provocatorie.