Sempre più lontana dal concetto di città-dormitorio alle porte di Venezia, Mestre accoglie fra le sue strade una serie di manifesti che ne celebrano le architetture e i nuovi progetti urbani. Ripresi dall’obiettivo di Alessandra Chemollo.
Un numero crescente di iniziative culturali diffuse sul territorio mestrino, tutte ad alto tasso di partecipazione, fa pensare alla città veneta come a un polo in grande fermento, dotato di un’identità precisa.
Non soltanto luogo di passaggio alla volta di Venezia, da alcuni giorni Mestre è punteggiata da una ventina di manifesti che ritraggono le principali trasformazioni della sua superficie urbana.
Mestre, una città che cambia, questo il titolo dell’iniziativa ideata, curata e realizzata dalla Fondazione di Venezia, appartiene all’intenso calendario di eventi che anticiperanno, per tutto il 2017, l’apertura di M9, il museo-non museo destinato a sorgere nel cuore di Mestre, sviluppato pensando soprattutto alla comunità locale.
I 25 manifesti sparsi per la città – della grandezza di 1,40 x 2 metri – sono il frutto degli scatti di Alessandra Chemollo, nota fotografa veneziana da sempre interessata ai ritratti architettonici. I protagonisti dei manifesti sono, infatti, gli importanti cambiamenti che hanno interessato lo spazio urbano mestrino, accompagnati dai volti e dalle frasi dei suoi abitanti. Un selezione delle fotografie più significative compare sulla recinzione in legno che delimita gli accessi al cantiere di M9, il primo spazio interamente dedicato alla storia del Novecento italiano.