Anticonformista per natura, l’artista scomparsa nel 2005 è al centro della mostra allestita in una delle istituzioni culturali più prestigiose della Laguna. Un’antologica che omaggia una pittura ad alto tasso di energia.
Cosmopolita e allergica alle convenzioni, Titina Maselli è stata una delle pittrici italiane più originali del secolo scorso. Dal 3 dicembre al 5 marzo 2017, la Fondazione Querini Stampalia di Venezia le intitola una mostra che segue, attraverso i suoi dipinti, la carriera e l’evoluzione stilistica di un vero e proprio spirito libero della creatività.
Curata da Chiara Bertola, con il supporto della Galleria Massimo Minini di Brescia, la rassegna offre al pubblico una panoramica su una trentina di opere che ripercorrono temi e tecniche del personalissimo linguaggio della Maselli. Paesaggi urbani, automobili, tram, neon, cavi elettrici ricorrono nella sua pittura e diventano simboli di una modernità dinamica e, al tempo stesso, del senso di alienazione e solitudine che spesso la caratterizza.
Capace di descriverne i contorni, la Maselli fu un’abile narratrice del proprio tempo, senza però cedere alle lusinghe delle definizioni e mantenendo sempre uno sguardo lucido sul mondo: “Cerco sempre di rendere le cose nel modo più chiaro e più iperbolico possibile… di cogliere la realtà, tanta realtà in una cosa sola. In un solo momento”, diceva l’artista, individuando nella pittura un efficace canale espressivo.