Roma celebra il grande scultore italiano con due mostre: al Palazzo della Civiltà Italiana ha inaugurato 'Matrice', che presenta quindici opere realizzate dagli anni Settanta a oggi; alla Gagosian Gallery resterà aperta fino al 15 aprile 2017 la personale 'Equivalenze', con una collezione di recenti interventi.
Primi giorni di apertura, a Roma, per l’attesa Giuseppe Penone – Matrice, la mostra ospitata presso il Palazzo della Civiltà Italiana all’Eur, sede della maison Fendi (nell’immagine in apertura). Aperta fino al 16 luglio 2017, l’esposizione riunisce una selezione di opere storiche del grande scultore, realizzate a partire dagli anni Settanta, e altri lavori appositamente concepiti per l’occasione. Presenti anche alcuni interventi al proprio debutto assoluto in Italia.
La rassegna deve il proprio nome a Matrice, la scultura lunga trenta metri, risalente al 2015, in cui un tronco di abete è stato scavato seguendo un anello di crescita. In questo modo Penone ha portato in superficie “il passato dell’albero, la sua storia e le trasformazioni attraverso il tempo“. In concomitanza con l’appuntamento espositivo curato da Massimiliano Gioni, nel cuore della Capitale, proprio di fronte al palazzo di Fendi è stata installata una coppia di sculture, rispettivamente alte 18 e 9 metri.
L’artista, inoltre, è al centro dalla personale dal titolo Equivalenze: aperta lo scorso 27 gennaio presso la Gagosian Gallery di Roma, propone una collezione di nuove opere nelle quali il processo scultoreo viene impiegato per rivelare le corrispondenze tra il corpo e la natura. “Gli alberi ci appaiono solidi – ha sottolineato Penone – ma se li osserviamo attraverso il tempo, nella loro crescita, diventano una materia fluida e plasmabile. Un albero è un essere che memorizza la sua forma e la sua forma è necessaria alla sua vita, quindi è una struttura scultorea perfetta, perché ha la necessità dell’esistenza.”