A Milano, Pino Pascali diventa “sciamano”

22 Marzo 2017


L’eclettica figura di Pino Pascali – scultore, scenografo, performer, protagonista della scena artistica italiana degli anni Sessanta – è al centro di una mostra al via venerdì 24 marzo negli spazi della Fondazione Carriero, a Milano. Curata da Francesco Stocchi, Pascali Sciamano punta ad attivare un dialogo tra l’artista originario di Bari e la cosiddetta “arte tribale”. L’accostamento, non casuale, affonda la propria origine nel legame tra la cultura africana e l’artista, declinato in forme e metodi diversi: dall’interesse verso il primitivo alla contrapposizione ai miti della società moderna; dall’attenzione per il totemismo fino alla concezione animistica della Natura.

Dopo le esperienze espositive di Imaginarii – nel settembre 2015 – di Fontana • Leoncillo Forma della materia – nell’aprile 2016 – e della recente Fasi Lunari, la Fondazione prosegue il proprio itinerario, continuando a manifestare interesse verso i temi della ricerca e della sperimentazione. Paragonato a uno sciamano, figura che nelle società primitive assurge al ruolo di intermediario tra terreno e ultraterreno,  Pino Pascali viene indagato dalla rassegna milanese allo scopo di individuare la “dimensione magica del suo fare artistico“.

Il percorso espositivo si concentra sull’arco temporale tra il 1966 e il 1968, restituito con opere poco note o mai esposte al pubblico, distribuite lungo i tre piani della Fondazione. Ogni livello si concentra su uno dei tre anni del periodo considerato, mettendo in evidenza come l’artista abbia rintracciato una fonte di ispirazione nel peculiare universo visivo dell’Africa. Manufatti e testimonianze di arte e artigianato, realizzati dalle maestranze di quel continente, entrano dunque in relazione con le sculture dell’artista, in una narrazione sorprendente e affascinante. Alla mostra Pascali Sciamano, aperta fino al 24 giugno, è associato un catalogo edito da Fondazione Carriero.