La casa in rovina della regina del jazz e attivista civile, scomparsa 14 anni fa, è stata acquistata da un gruppo di artisti afroamericani per salvarla dall’oblìo e trasformarla invece in un sito di interesse storico.
A 14 anni dalla sua scomparsa, quattro artisti afroamericani hanno acquistato la casa di Nina Simone – leggenda del jazz e del soul, nonché icona dei diritti civili – per farla divenire un sito di interesse storico. I compratori filantropi sono l’autore concettuale Adam Pendleton, lo scultore Rashid Johnson, la regista Ellen Gallagher e la pittrice Julie Mehretu: hanno messo assieme 95mila dollari, per comprare il trilocale in cui nacque e visse la cantante statunitense (scomparsa in Francia nel 2003), al 30 East di Livingston Street, tra le alture di Tryon, cittadina della Carolina del Nord.
Cifra sufficiente, quella raggiunta, per strappare la storica residenza alle logiche del mercato immobiliare, sottraendola così a un destino di oblio, magari di sparizione.
“Il mio desiderio”, ha spiegato Johnson, “quando ho saputo che questa casa esisteva, era solo un’urgenza incredibile di assicurarmi che non fosse spazzata via”.
Quale sarà allora la destinazione d’uso? “Non abbiamo un progetto definito, ma penso che a volte gli artisti siano le persone migliori per trovare risposte a domande complesse — ad esempio, come onorare l’eredità di una persona vitale e complicata come Nina Simone.”