Cosa succede quando l'evoluzione nella moda dei concetti di kitsch e di volgare divengono materia d'indagine per una mostra? Chi definisce i confini del buon gusto? Nello sfarzoso palazzo d’inverno del Principe Eugenio, a Vienna, irrompe la mostra 'The Vulgar: Fashion Redefined'.
Con la mostra The Vulgar. Fashion Redefined il Belvedere Museum di Vienna ospita un insolito itinerario espositivo che scava nella storia della moda, seguendo la traiettoria segnata dal concetto di “volgare”. Questo progetto, già presentato a Londra – da ottobre 2016 fino al 5 febbraio scorso è stata ospitato negli spazi del Barbican Center – è stato concepito dalla curatrice Judith Clark e dallo psicoanalista Adam Phillips a partire da alcune questioni cruciali. Perché siamo, nello stesso tempo, attratti e prevenuti nei confronti di ciò che identifichiamo come “di cattivo gusto”? Chi stabilisce il limite entro il quale una certa opera o un determinato manufatto può essere definito di “buon gusto”?Ecco alcuni degli assunti da cui prende avvio questa mostra, accompagnata da notevole clamore durante il debutto inglese.
L’esposizione, resa possibile grazie a prestigiosi prestiti da parte di istituzioni pubbliche e private, riunisce un centinaio di opere a testimonianza di cinque secoli di storia della moda. Grazie ai contributi, tra gli altri, di designer e brand quali Christian Dior, Pam Hogg, Christian Lacroix, Jeanne Lanvin, Moschino, Miuccia Prada, Elsa Schiaparelli, Viktor & Rolf, Louis Vuitton e Philip Treacy, The Vulgar. Fashion Redefined conduce i visitatori in un viaggio che dal Rinascimento si conclude nel Ventunesimo secolo. Sposando le posizioni espresse a riguardo da Coco Chanel e Jonathan Swift – “Il (buon) gusto in fin dei conti è solo una questione di opinioni” – la mostra inserisce nello sfarzo del Palazzo d’inverno del Principe Eugenio, a Vienna, opere che attestano come il concetto stesso di “buon gusto” sia soggetto a costanti metamorfosi.
La sua discontinuità è resa evidente grazie a capi di abbigliamento storici, di alta moda come di prêt à porter che, insieme a tessuti, manoscritti, fotografie e film, testimoniano come la moda e il costume si evolvano incessantemente, riscrivendo le proprie regole.
Aperta fino al 25 giugno prossimo, la mostra si focalizza su diverse tematiche, tra cui la rappresentazione del rapporto fra la moda e il corpo umano, per rivelare come la volgarità si possa considerare una presenza imprescindibile e mutevole nell’universo fashion.
Il catalogo, edito da Buchhandlung Walther König, affianca illustrazioni e saggi a interviste ad alcuni dei fashion designer presenti, con le proprie creazioni, nel percorso; tra questi si segnalano lo stilista belga Walter Van Beirendonck, il francese Christian Lacroix e la britannica Zandra Rhodes.
[Immagine in apertura: Exhibition view The Vulgar. Fashion Redefined. Photo: Christian Wind © Belvedere, Vienna]