La Francia omaggia una delle sue artiste più straordinarie, ma troppo a lungo dimenticate, con l’apertura di un museo a lei intitolato. Musa e modella di Rodin, Camille Claudel fu una scultrice talentuosa, che merita di essere ricordata.
Sono trascorsi ormai 74 anni dalla sua scomparsa, eppure il nome di Camille Claudel non è mai parso tanto attuale. La ragione è da ricercarsi nell’imminente apertura del primo museo nazionale a lei dedicato, che troverà dimora a Nogent-sur-Seine, a sud-est di Parigi, e accoglierà il pubblico a partire dal prossimo 26 marzo.
Costruito attorno alla casa settecentesca in cui crebbe l’artista, il museo farà da cornice a una cinquantina di opere della scultrice, dando così forma alla più grande raccolta al mondo dei suoi capolavori. Solo una novantina di opere realizzate da Claudel sono giunte fino a noi, complice la decisione dell’artista di distruggerne le maggior parte.
Le motivazioni di questo gesto affondano le radici nel turbolento rapporto che Camille ebbe con il celeberrimo Auguste Rodin, di cui fu assistente, musa, amante e modella per dieci anni. Uniti da una travolgente passione, i due condividevano l’interesse per la scultura, procedendo fianco a fianco nella propria ricerca. La giovane Claudel iniziò con grinta la propria carriera artistica, ma, in seguito alla drammatica rottura con Rodin, il suo riconoscimento subì una forte battuta d’arresto.
All’età di 48 anni Claudel fu portata dalla famiglia in un istituto per la cura dei disturbi mentali, dove trascorse i successivi tre decenni. Si spense nel 1943, ormai dimenticata dalla critica. Nel centesimo anniversario della morte di Rodin, la Francia sceglie di consacrare definitivamente il talento di Camille – le cui opere, in epoca recente, sono state oggetto di aste milionarie –, facendo conoscere al grande pubblico la sua emozionante scultura.