Percorrendo il territorio di confine tra arte e design, la mostra di Gal Weinstein e Patrizia Giambi alla Galleria Riccardo Crespi di Milano accende i riflettori sul concetto di dis-abitare, annullando i canoni normalmente applicati agli spazi residenziali.
Dalle porte di Patrizia Giambi, in collaborazione con Opifici Dal Re, fino alla cucina sgretolata di Gal Weinstein le opere della mostra The Uninhabitants – Gal Weinstein, Patrizia Giambi, Patrizia Dal Re si collocano nel territorio tra arte e design, proponendo un’indagine inedita sul tema dell’abitare.
Infatti, questa collezione di lavori, esposta fino al 20 maggio prossimo alla Galleria Riccardo Crespi di Milano, evoca nell’osservatore un’immediata connessione con gli oggetti del quotidiano, salvo poi negarla ad analisi più scrupolosa.
Piuttosto che favorire l’abitare, rinviano a una dimensione che rende nel concreto irrealizzabile tale azione: le porte sono destinate a non isolare o riparare; la cucina è inservibile per gli usi tradizionali e attesi.
Tra le figure coinvolte in questa narrazione del concetto di “inabitante”, si segnala Gal Weinsteinè. Nato a Ramat Gan nel 1970 e attualmente di base a Tel Aviv, è l’artista che rappresenterà Israele alla 57. Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia, al via a fine maggio. Ha all’attivo mostre personali in musei e gallerie in tutto il mondo e partecipazioni a grandi appuntamenti internazionali, come la 25. Biennale di San Paolo, l’8. Biennale di Mercosul e la 4. Biennale di Salonicco.
[Immagine in apertura: Gal Weinstein, Untitled, 2016, installation, wood, mdf, variable dimensions, Courtesy Galleria Riccardo Crespi and the artist]