Charlotte Salomon per la prima volta in Italia

1 Aprile 2017


Il suo nome è legato a filo doppio alla tragedia della Shoah. Scomparsa nel campo di sterminio di Auschwitz, Charlotte Salomon è ricordata come un’artista capace di ricorrere al potere della creatività per narrare un’epoca complessa come la propria.

Nata a Berlino nel 1917, la Salomon fu l’unica allieva ebrea ammessa all’Accademia di Belle Arti della sua città d’origine. Rifugiatasi a Nizza per trovare scampo dalla minaccia antisemita, la sua esistenza fu segnata da una serie di suicidi familiari, cui si aggiunse la terribile deportazione, nel 1943, insieme al marito Alexander Nagler. Consapevole dell’infelice destino che la attendeva, prima dell’arresto la Salomon affidò il prezioso corpus delle sue opere al medico della località francese in cui si era rifugiata.

Ben 1325 documenti, fra tempere, veline, annotazioni, varianti pittoriche e altre prove, sono sopravvissuti agli orrori del conflitto e oggi sono conservati presso il Jewish Historical Museum di Amsterdam. Fanno parte della raccolta anche le quasi 800 tempere selezionate dall’autrice stessa quali immagini della sua opera definitiva e autobiografica, Vita o Teatro?. Fino al 25 giugno, il Palazzo Reale di Milano ospita una selezione di questo lunghissimo racconto pittorico, emblema di un’esistenza da non dimenticare.