L’inquietudine del nostro tempo, raccontata dagli artisti

27 Aprile 2017


È una mostra particolarmente attesa, quella che si appresta a debuttare negli ambienti della Triennale di Milano. Frutto del dialogo tra quest’ultima e la Fondazione Nicola Trussardi, La Terra Inquieta, curata da Massimiliano Gioni, accoglierà il pubblico dal 28 aprile al 20 agosto prossimi.

Fin dal titolo, la mostra punta lo sguardo su una condizione di inquietudine e perenne cambiamento che pare essere la cifra essenziale dell’epoca odierna, restituita attraverso gli occhi degli artisti. Sono ben sessantacinque gli autori – provenienti da diverse aree del mondo, fra cui Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Iraq e Siria – che affronteranno le molteplici trasformazioni alla base del presente.

Dinamiche migratorie e crisi dei rifugiati rappresentano i nodi cardine attorno a cui prende forma la riflessione corale degli artisti, impegnati in un racconto in presa diretta, vicino all’immediatezza del gesto creativo e lontano da facili stereotipi. Si spazia dalle testimonianze visive di John Akomfrah, Yto Barrada, Isaac Julien, Steve McQueen al registro attivista di Pawel Althamer, Tania Bruguera e Paulo Nazareth.

Spicca anche l’indagine sul ruolo commemorativo e monumentale della scultura, condotta, fra gli altri, da Adel Abdessemed, Kader Attia e Thomas Schütte, mentre si concentrano sulle traiettorie e sui movimenti generati dalle migrazioni i lavori di Alighiero Boetti, Hassan Sharif e Mona Hatoum. Il risultato è una conversazione a più voci che rinnova l’importanza dell’empatia e dell’ascolto come strumenti per far fronte al tempo presente.