Intitolata a uno degli artisti più noti dell’epoca contemporanea, la mostra ospite della Fondation Beyeler ripercorre la lunga carriera di Wolfgang Tillmans attraverso una densa raccolta di scatti.
A poche settimane dall’inaugurazione di Art Basel, la Fondation Beyeler alza il sipario sull’attesa rassegna estiva che, dal 28 maggio al primo ottobre, animerà gli spazi della sede svizzera. I riflettori sono puntati sul Wolfgang Tillmans, fotografo tra i più iconici del panorama creativo odierno.
Circa 200 scatti realizzati fra il 1986 e il 2017 e una nuova installazione audiovisiva rendono omaggio a una poetica dalle molte sfaccettature, in cui l’immagine gioca un ruolo essenziale. La centralità dell’immagine è ribadita anche dal display della mostra svizzera, elaborato dallo stesso Tillmans in collaborazione con la curatrice Theodora Vischer.
Senza rispettare alcun criterio tematico o temporale, infatti, le opere del fotografo trovano posto sulle pareti della Fondazione secondo logiche visuali, che testimoniano l’interesse di Tillmans verso le dinamiche percettive come elemento cardine per la costruzione del suo linguaggio fotografico.
Dai ritratti ai paesaggi fino alle nature morte e agli scorci urbani e architettonici, i soggetti cari all’artista tedesco si susseguono lungo un racconto autonomo e di impatto, strettamente connesso al ruolo affidato da Tillmans al mezzo fotografico: uno strumento che declina il gesto del vedere, prestandosi a un’affascinante gamma di sperimentazioni.
[Immagine in apertura: Wolfgang Tillmans, Lutz&Alex on beach, 1992. Courtesy Galerie Buchholz, BerlinCologne, Maureen Paley, London, David Zwirner, New York]