A Cuneo, nuova luce sulla Pop Art italiana

26 Maggio 2017


La stagione della Pop Art italiana è al centro di una vera e propria riscoperta. Dopo la recente inaugurazione a Pordenone della rassegna Il mito del Pop. Percorsi Italiani, con circa 70 opere presenti, a Cuneo il Complesso Monumentale di San Francesco accoglie una mostra al via sabato 27 maggio 2017.
Curata da Riccardo Passoni e promossa dalla Fondazione CRC in occasione dei 25 anni dalla sua istituzione, Io non amo la natura. Pop Art italiana dalle collezioni della GAM si accosta a una delle correnti artistiche più rilevanti del Novecento con l’obiettivo di indagare in profondità l’esperienza degli autori nazionali.

A partire dalla rinnovata attenzione dimostrata dalla critica verso questa corrente, il percorso espositivo affianca una selezione di 50 opere, tra dipinti, sculture e video, mettendo a fuoco la specificità culturale e linguistica degli artisti italiani. Conservati stabilmente alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, i lavori in mostra attestano la varietà dei linguaggi della Pop Art italiana, in un’analisi che intercetta anche la scena sociale e politica dell’epoca.
A Cuneo, le opere di Mario Schifano (sua quella nell’immagine in apertura, che dà il titolo alla rassegna), Franco Angeli, Tano Festa, Giosetta Fioroni, Sergio Lombardo, Fabio Mauri, Mario Ceroli, celebri esponenti della scena romana, si affiancano a quelle di figure di assoluto rilievo che operarono in altri contesti, come Jannis Kounellis e Pino Pascali. Una speciale attenzione, inoltre, è destinata all’ambito torinese: nel capoluogo piemontese, infatti, ebbero modo di esprimersi vari artisti, tra cui Ugo Nespolo, Aldo Mondino, Michelangelo Pistoletto, Piero Gilardi e Antonio Carena.

La mostra estende inoltre l’orizzonte anche ad altre esperienze, non dichiaratamente Pop, ma a questa corrente associabili per specifici campi di sviluppo, come nel caso delle ricerche pioneristiche di Mimmo Rotella e di Enrico Baj.
Proprio sul corpus di opere riunite per l’occasione si è soffermato il curatore, nonché vicedirettore della GAM di Torino: “È importante sottolineare come la maggior parte di esse abbia trovato posto nelle nostre collezioni già da molto tempo. Questo è stato possibile soprattutto grazie all’arrivo nel museo, alla metà degli anni Sessanta, della collezione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea fondato nel 1963 da Eugenio Battisti presso l’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Genova. Rileggere quella importante collezione da questo nuovo angolo visuale, ha costituito per noi una vera sorpresa, proprio per la ricchezza di opere sul tema Pop e dintorni.”