L’artista originario di Liverpool è sbarcato in Lussemburgo, protagonista di una rassegna che ne evoca oltre vent'anni di carriera. Offrendo al pubblico un’affascinante panoramica sulle sue iconiche sculture.
Oltrepassa i confini della retrospettiva, la mostra intitolata a Tony Cragg dal Mudam di Lussemburgo. Fino al 3 settembre, infatti, il museo farà da cornice a un vero e proprio excursus sulla poetica e il linguaggio scultoreo dell’artista di origini inglesi, sottolineandone la duttilità creativa.
Da sempre interessato alla dinamica fra materia e movimento, Cragg utilizza la scultura come un mezzo dalle eccezionali potenzialità, che affondano le radici sia nella Natura sia nei processi industriali. Forte dell’esperienza maturata nel campo della lavorazione della gomma, l’artista ha sviluppato nel corso degli anni una pratica in cui convivono l’interesse per la “materia prima” e per la riconoscibilità della forma.
Sebbene Ie opere in mostra siano caratterizzate da un’incredibile varietà materica – spaziando dalla plastica al legno, dal bronzo alla pietra – ciascuna di esse è collegata alle altre lungo il fil rouge che unisce I tre poli dell’immagine, della forma e, appunto, della materia.
Ne sono un esempio i due ampi gruppi di interventi raccolti sotto i titoli di Early Forms e Rational Beings. La prima serie deriva dalla torsione e dalla tensione di materiali di provenienza industriale, trasformati in entità autonome attraverso la mediazione del gesto creativo. La seconda serie, invece, prende forma da una base geometrica per poi assumere sembianze organiche, frutto di un iter assimilabile a quello della crescita e della germinazione.
[Immagine in apertura: Tony Cragg. Exhibition view at MUDAM, Lussemburgo 2017. Photo by Erika Pisa]