Uno dei musei più prestigiosi della città partenopea fa da cornice al debutto espositivo dell’artista americano in un’istituzione pubblica italiana. Con una mostra dedicata alla sua storia creativa e familiare.
Apre i battenti al grande pubblico, lunedì 15 maggio, la mostra Stephen Prina. English for Foreigners, ospite del Museo MADRE di Napoli fino al prossimo 16 ottobre. Curata da Andrea Viliani, la rassegna vede protagonista uno dei più influenti artisti nordamericani contemporanei, impegnato da anni in una ricerca che affonda le radici nelle pratiche concettuali degli anni Sessanta e Settanta.
Abile nel mescolare arte visiva, sonora e performativa, Stephen Prina ha concepito la mostra napoletana come un ideale seguito delle due rassegne dedicate nel 2015 e nel 2016 alla sua città natale – e allestite in Svizzera al Kunst Halle Sankt Gallen e al Museum Kurhaus Kleve, in Germania –, presentando anche una serie di opere inedite, ideate appositamente per la mostra partenopea.
Al MADRE l’artista percorre a ritroso il viaggio compiuto dal padre nel 1923, allora diciassettenne, mosso dalla decisione di abbandonare l’Italia, dominata dal regime fascista, e di raggiungere gli Stati Uniti. Il titolo della mostra evoca Second Book in English for Foreigners in Evening Schools, il libro di Frederick Houghton usato dal padre per imparare la lingua del suo nuovo Paese. Ereditato da Prina, il volume è il punto di avvio di una narrazione che unisce storia collettiva e vicende familiari, attraverso un itinerario lungo un secolo.
Le opere in mostra – dalla pittura alla scultura, dall’incisione alla fotografia, dal suono al video fino alle azioni performative – testimoniano non solo il radicale cambiamento vissuto dalla famiglia di Prina, ma anche uno dei nodi cardine della storia novecentesca e alcuni temi incredibilmente attuali, come la dialettica fra migrazione e stanzialità, il concetto di sradicamento e la matrice identitaria, la memoria del singolo e quella della comunità.