A poche settimane dalla chiusura della mostra che lo vede protagonista al PAC, l’artista spagnolo arricchisce il museo milanese con la proiezione in streaming della sua performance dedicata alle vittime dei conflitti in terra siriana.
È un’azione complessa e destinata a scuotere le coscienze, quella che Santiago Sierra – cui è intitolata la rassegna Mea Culpa, allestita al PAC di Milano fino al 4 giugno – offre al pubblico della sede milanese. Fino al 29 maggio, infatti, sarà trasmessa in streaming su un grande schermo la performance The names of those killed in the Syrian conflict from the 15th of March 2011 until the 31st of December 2016.
Il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano fa da vera e propria cassa di risonanza a un’azione che interessa varie città del mondo. Attraverso un collegamento con il live stream della Bienal de Performance de Buenos Aires, viene messo in rete ciò che accade al Centre for Contemporary Art in Tel Aviv, al Wiener Festwochen di Vienna, alla Lisson Gallery di Londra e nella stessa Biennale argentina.
L’azione, avviata a Tel Aviv nel corso di domenica 21 maggio, si sposterà a Vienna e Londra per chiudersi a Buenos Aires, vedendo impegnate notte e giorno 64 persone, ingaggiate dall’artista per leggere i nomi delle vittime del conflitto siriano registrate dal 15 marzo 2011 al 31 dicembre 2016. La performance si protrarrà ininterrottamente in ogni città per 48 ore, eccetto a Buenos Aires, dove i performer si fermeranno solo al termine della lettura dell’intera lista.
La performance ideata da Sierra prende le mosse dal lavoro del Gruppo di Ricerca sul Conflitto Siriano, che per stilare la lista delle vittime ha usato come base i dati forniti dal Centro di Documentazione Violazioni in Siria, per un totale di 146.308 morti al 31 dicembre 2016, di cui 16.272 classificati come non identificati. Cifre drammaticamente alte che trovano, nel lavoro di Sierra, una dovuta visibilità e una commemorazione davvero umana.
[Immagine in apertura: Santiago Sierra, PAROLA BRUCIATA, El Cabanyal, Valencia, Spagna, Luglio 2012. Courtesy Studio Santiago Sierra]