Al Museo del Duomo di Firenze, l’arte si tocca con mano

20 Giugno 2017


Non vedenti e ipovedenti avranno a disposizione uno strumento aggiuntivo, nelle loro visite al Museo dell’Opera del Duomo di Firenze. In collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti della Provincia di Firenze, con la supervisione del professor Antonio Quatraro, l’istituzione museale fiorentina si è infatti dotata del percorso tattile TouchAble, un’innovazione in perfetta coerenza con la direzione intrapresa fin dalla riapertura, nell’ottobre 2015.
A partire da una selezione condotta dal Direttore Timothy Verdon, sono state create le repliche di opere tra le più importanti e rappresentative del complesso monumentale: attraverso il loro impiego, i non vedenti potranno vivere l’esperienza dell’esplorazione tattile guidata.

Nel circuito TouchAble, tra le altre installazioni, sono comprese le copie in bronzo di due formelle provenienti dalla porta Nord ed Est (“del Paradiso”) del Battistero di Lorenzo Ghiberti – per prestito della Galleria Frilli, che ha realizzato anche le copie in situ; un pannello tattile della ricostruzione della facciata Trecentesca della Cattedrale; la replica in resina effetto marmo – con inserti di pasta vitrea – della Madonna dagli Occhi di Vetro di Arnolfo di Cambio e la replica in resina effetto legno della Maddalena Penitente di Donatello. La realizzazione di questi esemplari è il risultato del lavoro di Opera Laboratori Fiorentini e dei maestri e restauratori della Bottega dell’Opera.
A completamento del progetto, infine, è stato anche sviluppato un programma di visite guidate tattili – della durata di un’ora e mezzo – destinato, in forma gratuita, a ciechi ed ipovedenti di qualsiasi nazionalità. Tali appuntamenti saranno condotti in italiano ed inglese e, secondo disponibilità, anche in spagnolo o tedesco.

Chiunque desideri sperimentare una modalità di fruizione alternativa dei capolavori del Museo potrà prendere parte – bendato – al percorso TouchAble. 

[Immagine in apertura: photo by Opera del Duomo Firenze/ Claudio Giovannini]