33 artisti di diverse generazioni sono protagonisti di "Africa. Raccontare un mondo", mostra con cui il PAC - Padiglione d'Arte Contemporanea intende aprire un varco nelle ricerche visuali e narrative della produzione artistica contemporanea di un intero continente. Fino all'11 settembre 2017.
Giungono dal Madagascar, dal Senegal, dalla Costa d’Avorio, dallo Zimbabwe, dal Sudafrica, dal Mali, dal Kenya, dalla Sierra Leone, dalla Nigeria, dal Burkina Faso, dal Congo, dal Camerun e da molti Stati ancora del continente africano, le opere in mostra a Milano in occasione di Africa. Raccontare un mondo.
Curata da Adelina von Fürstenberg – con le sezioni video e performance a cura di Ginevra Bria – la nuova rassegna allestita negli spazi del PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, dal 27 giugno all’11 settembre, si propone di “comprendere l’universalità della scena subsahariana dell’Africa contemporanea, svelandone lo spirito immediato e in crescita senza nascondere la violenza e l’altrettanta immediatezza dei mondi che la compongono“.
Il percorso espositivo raccoglie le produzioni di 33 voci della scena artistica africana, appartenenti a diverse generazioni, estendendo la sguardo anche al design con la presentazione di una selezione di sedute.
La mostra si snoda attraverso quattro filoni tematici: Dopo l’Indipendenza; L’Introspezione Identitaria; La Generazione Africa e Il corpo e le politiche della distanza. Come sottolineato dalla curatrice in una recente intervista concessa alla testata Artribune, “L’Africa è cultura, arte, musica. Rappresenta la fierezza delle diverse comunità e dei Paesi di questo grande continente. Gli artisti africani parlano dell’Africa, delle belle cose e di quelle brutte. L’Africa non è solo miseria: è una ricchezza straordinaria. Gli africani riescono ad andare oltre al post-colonialismo, crescono. La miseria, la corruzione o l’omofobia sono anche da noi. Ormai l’Africa sta raggiungendo il mondo. La cosa più interessante in Africa è il continente perché gli africani si sentono africani, non ghanesi o senegalesi.”
[Immagine in apertura: Kudzanai Chiurai, Revelations VI, 2011, Collection of Jean Pigozzi, Ginevra]